Tu mi sembri un po' stupita perché rimango qui indifferente,
come se tu non avessi parlato, quasi come se tu non avessi detto niente.
Ti sei innamorata, cosa c'è, cosa c'è che non va.
Io dovrei perciò soffrire d'adesso, per ragioni ovvie d'orgoglio e di sesso
e invece niente, no non sento niente no, nessun dolore,
non c'è tensione, non c'è emozione, nessun dolore.

Quand'eri indecisa, combattuta, tra l'abbracciare me o la vita,
ti ricordi i miei silenzi pesanti che tu credevi gelosia per inesistenti amanti,
allora già intuivo che c'era qualcosa che mi sfuggiva,
quella fragile eterea coerenza di bambina senza troppa pazienza.

Non sento niente, no adesso niente no, nessun dolore,
non c'è tensione, non c'è emozione, nessun dolore.
Non sento niente, no adesso niente no, nessun dolore,
non c'è tensione, non c'è emozione, nessun dolore.

Il vetro non è rotto dal sasso ma dal braccio esperto di un ingenuo gradasso,
l'applauso per sentirsi importante, senza domandarsi per quale gente.
Tutte le occhiate maliziose che davi era semi sparsi al vento,
qualcosa che perdevi e m'inaridivi e m'inaridivi e m'inaridivi.

Non sento niente, no adesso niente no, nessun dolore,
non c'è tensione, non c'è emozione, nessun dolore.
Nessun nessun dolore, nessun dolore,
nessun nessun dolore, nessun dolore,
nessun dolore...